Fine degli appalti di pulizia

Prosegue l'internalizzazione dei lavoratori iniziata a Palermo

photo credits: Oliver Hale

Lo scorso anno, la legge di bilancio n. 205/2017 diede l’avvio all’internalizzazione nei ruoli dello Stato dei lavoratori delle cooperative impiegati come collaboratori scolastici nelle scuole della provincia di Palermo. Dopo esserci duramente battuti per raggiungere questo risultato auspicammo che questo primo passo potesse favorire la definitiva soluzione di una delle assurdità più eclatanti del sistema scolastico italiano: aver esternalizzato parte del servizio di pulizia dei plessi scolastici foraggiando con centinaia di milioni di euro pubblici le aziende private. Ciò avrebbe dovuto garantire efficienza e risparmio e invece negli anni non ha garantito la qualità del servizio, ha sprecato risorse pubbliche e condannato lavoratrici e lavoratori a condizioni di lavoro poco dignitose e con basse retribuzioni. Sulla scia di questa prima internalizzazione (esplicitamente richiamata nella risoluzione 7/37 della Commissione Cultura e Istruzione della Camera) la nuova legge di bilancio n. 145/2018, ha previsto che “A decorrere dal 1° gennaio 2020, le istituzioni scolastiche ed educative statali svolgono i servizi di pulizia e ausiliari unicamente mediante ricorso a personale dipendente appartenente al profilo dei collaboratori scolastici” e che il MIur “è autorizzato ad avviare un’apposita procedura selettiva, per titoli e colloquio, finalizzata ad assumere alle dipendenze dello Stato, a decorrere dal 1° gennaio 2020,

il personale impegnato per almeno 10 anni, anche non continuativi, purché includano il 2018 e il 2019, presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per lo svolgimento di servizi di pulizia e ausiliari, in qualità di dipendente a tempo indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento dei predetti servizi”. Finalmente si realizza così quanto da sempre i COBAS hanno sostenuto: dal 2000 lottiamo contro le esternalizzazioni delle pulizie e per l’internalizzazione del personale, sui posti da sempre accantonati e non disponibili per le immissioni e/o i trasferimenti del personale statale, per non mettere uno contro l’altro i lavoratori delle cooperative con quelli inseriti nelle graduatorie statali. Inoltre, per garantire un maggior numero di partecipanti alla “procedura selettiva” abbiamo anche insistito che l’originario vincolo presente nella prima versione della legge, che consentiva di partecipare solo al “personale impegnato, senza soluzione di continuità, dalla data di entrata in vigore della legge 3 maggio 1999, n. 124” escludendo in questo modo gran parte degli attuali lavoratori delle cooperative, fosse ridotto. D’altronde, negli anni si sono dovuti sostituire tanti lavoratori che hanno raggiunto la pensione o che si sono licenziati e quindi anche chi è stato assunto dopo il 2000 ha tutto il diritto di essere stabilizzato. Così come bisognerà anche completare l’internalizzazione del personale delle cooperative sociali palermitane che ha già superato il concorso, ma che attende ancora – da “idoneo” – quell’assunzione nei ruoli statali che una parte di loro ha già avuto in quest’a.s. 2018/2019: sarebbe paradossale avviare la nuova procedura senza prima aver portato a compimento la precedente. Naturalmente, LegaCoop e ANIP–Confindustria, che hanno guadagnato centinaia di milioni con gli appalti, hanno lanciato anatemi contro questa internalizzazione, a partire dai presunti aumenti dei costi. Forse hanno dimenticato i milioni spesi in cassa integrazione o il costoso e fallimentare progetto “Scuole Belle”; le condanne subite dai loro associati per aver pilotato la gara d’appalto creando un vero e proprio cartello; il parere dell’Autorità Anti-Corruzione, per l’annullamento degli affidamenti. E dimenticano infine, le storture che si verificano ancora oggi in vari lotti: stipendi non pagati e condizioni di lavoro indegne. Non permetteremo che in questi ultimi mesi continui o si aggravi questa situazione. Tuteleremo i lavoratori nel delicato passaggio che vedrà la loro immissione in ruolo come collaboratori scolastici e non abbasseremo la guardia sulle nefandezze delle aziende private. La rabbia dei signori delle Coop deriva esclusivamente dalla perdita degli enormi profitti che hanno fatto sulla pelle dei lavoratori gravando sui conti dello Stato: non vengano a raccontarci che hanno a cuore la qualità del servizio.