photo credits: Thiago Jacomasso
Durante l’estate gli assistenti amministrativi hanno dovuto scontrarsi con il rinnovo delle graduatorie di istituto dei docenti. Non a caso si usa il termine “scontrarsi” in quanto, nonostante le graduatorie di istituto sono di competenze delle scuole già da alcuni anni, le difficoltà di elaborazione delle stesse sono ancora molte.
Innanzitutto ancor oggi non è chiaro chi deve valutare le domande pervenute. I Dirigenti Scolastici, gli unici responsabili, danno per scontato che si tratta di un “lavoro semplice”esclusivamente amministrativo; i DSGA non hanno alcun dubbio che sia un dovere degli Assistenti Amministrativi che si occupano del personale; gli Assistenti Amministrativi ritengono che sia di loro competenza la parte finale delle operazioni (il carico dei dati al sistema SIDI) ma la valutazione dei titoli è cosa ben più complicata, di responsabilità e un supporto qualificato sarebbe dovuto. Qui si apre il tema della formazione in servizio, uno dei tanti argomenti oscuri per il dimenticato personale ATA.
Il MIUR dimostra ancora una volta di non considerare utile e indispensabile al funzionamento della scuola il lavoro del personale ATA e lo conferma, per esempio, il brevissimo periodo previsto dalla data di scadenza delle domande (24 giugno) alla data di scadenza per la valutazione e l’inserimento al sistema delle stesse (30 giugno) se si considera che le domande arrivano a decine e in alcune scuole a centinaia; inoltre nel mese di giugno il carico di lavoro nelle segreterie aumenta non soltanto per le incombenze di fine anno, scrutini, esami di Stato, pagamenti dei compensi accessori ecc. ma anche perché in molte situazioni il personale è ridotto in quanto i precari con contratto al 30 giugno sono obbligati a fruire delle ferie già dalla metà del mese.
Come se tutto questo non bastasse a rendere difficile il regolare svolgimento delle pratiche, il MIUR mette a disposizione degli utenti-lavoratori un sistema informatico (SIDI) che funziona male, a singhiozzo e che aggiunge complicazioni alle procedure, salvo poi emanare circolari che prevedono l’apertura delle funzioni anche il sabato e la domenica con il subdolo intento, forse, di suggerire l’apertura delle scuole nei giorni festivi oppure di lavorare da casa; si aggiunga la difficoltà di interpretazione del decreto e delle tabelle di valutazione. Anche per i modelli cartacei di domanda ci sono alcune difficoltà nel comprendere la corretta compilazione.
La prevista formazione in servizio ha lasciato il posto alla ben più comoda e meno onerosa autoformazione, al fai da te. In questo senso le segreterie sono un impeccabile esempio di autonomia scolastica. Di contro il caos regna sovrano, ogni scuola si arrangia come può, le domande dei docenti precari sono valutate faticosamente dall’impiegato addetto che, nella maggioranza dei casi, non ha la conoscenza qualificata per districarsi fra i titoli, master, dottorati, corsi di lauree, crediti e corsi abilitanti. In seguito alla pubblicazione delle graduatorie si accetteranno gli eventuali reclami e/o ricorsi nella speranza che quanto non si è stati in grado di valutare correttamente a giugno, si saprà fare a settembre per intercessione divina.
La tempistica prevista dal Miur, oltre a non tenere conto delle varie difficoltà citate, non considera che gli Assistenti Amministrativi hanno diritto ad un periodo di riposo estivo e, a parte il rinnovo delle graduatorie docenti, negli ultimi anni i mesi di luglio ed agosto sono tutt’altro che tranquilli. Possiamo immaginare i DS alle prese con l’adeguamento degli organici o la chiamata diretta senza la presenza degli Assistenti Amministrativi?
E questo è solo uno degli innumerevoli esempi. Appare evidente che i veri problemi da affrontare sono l’inadeguatezza degli organici rispetto alle innumerevoli competenze scaricate sulle scuole per effetto del decentramento amministrativo; il riconoscimento economico della professionalità acquisita sul campo dagli Assistenti Ammnistrativi merita molto di più dei centesimi del FIS, della mancia del beneficio economico dato dalle progressioni orizzontali (art. 7, seconda Posizione); l’unico serio riconoscimento deve essere l’aumento dello stipendio tabellare.
In fondo le segreterie scolastiche sono diventate degli uffici che offrono un variegato insieme di servizi; basti pensare all’assunzione dei precari dalle graduatorie o dalla chiamata diretta, paragonabile all’ufficio di collocamento o, per essere più attuali, all’agenzia interinale per il lavoro; la gestione amministrativa, giuridica, contabile di tutti i docenti e gli ATA non ricorda forse uno studio di consulente del lavoro o di un commercialista? Che dire delle gare di appalto un tempo prerogativa degli Enti pubblici? Non si può tralasciare la questione legale la cui conoscenza è diventata importante al fine di sapersi destreggiare nel panorama dei ricorsi o delle eventuali controversie che possono derivare, per esempio, dalla mancata convocazione di un supplente.
L’avvio di un nuovo anno scolastico per le segreterie è sempre un periodo di notevole caos: contratti da fare, nuovo personale in arrivo, scadenze da rispettare; come avviene a giugno, d’altronde.
Il Miur se ne ricorderà? Pare di no considerato che è previsto proprio in settembre il rinnovo delle graduatorie d’istituto ATA.
C’è da chiedersi, come troppe volte accade, se i signori del MIUR quando scrivono norme e disposizioni il più delle volte contorte, oltre ad avere menti serene, siano coscienti che tali norme diventano il lavoro quotidiano dei pochi e malpagati Assistenti Amministrativi e soprattutto si ha il dubbio se gli stessi signori sappiano come funziona una segreteria oppure se siano mai entrati in una scuola. L’amara risposta di chi scrive è certamente NO.
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