La sentenza del Consiglio di Stato del 20.2.19 ribadisce quella del 20.12.17 e rappresenta una dura sconfitta per i/le diplomate/i magistrali anche in previsione del pronunciamento della Cassazione previsto prima del 20 marzo. Abbiamo più volte ribadito che non condividevamo l’impostazione di centrare la questione dell’inserimento in GAE sul possesso del titolo del diploma magistrale esclusivamente per via giudiziaria. Abbiamo invece affermato con forza che si dovesse porre ai governi la questione dell’intollerabilità di un lavoro precario a vita nello Stato. Proprio per questo abbiamo sempre cercato di allargare il fronte di lotta coinvolgendo tutte le realtà del precariato: abilitati, laureati in Scienze della Formazione Primaria, docenti della secondaria, non abilitati ecc. per trovare una soluzione politica unitaria. In questo modo si sarebbe anche svelata l’operazione dei governi di utilizzare le contrapposizioni tra le diverse anime dei precari/e per mascherare la volontà di non stabilizzazione per chi da anni lavora con contratti a tempo determinato.
E questo di fronte all’evidenza della difficoltà delle scuole di trovare docenti supplenti, difficoltà che è destinata a crescere con il prevedibile aumento dei pensionamenti nei prossimi anni. Le cattedre vuote da assegnare sono migliaia e il governo deve prendere atto dell’urgente necessità di una soluzione per i nuovi reclutamenti prima del prossimo settembre.
Inoltre invitiamo il Miur a fornire con la massima celerità chiare indicazioni a tutti i docenti immessi in ruolo con riserva nell’a. s. in corso circa l’anno di prova che stanno svolgendo, comunicando loro se potranno o no portarlo a termine, ma anche precise procedure per tutti coloro che, essendo di ruolo con riserva, si trovano esclusi dalla seconda fascia delle Graduatorie d’Istituto.
Ci rendiamo disponibili ad organizzare, insieme ad altri sindacati, associazioni, coordinamenti, un’assemblea nazionale e iniziative di mobilitazione al fine di creare un fronte unito delle/dei docenti precari concordardando mobilitazioni condivise.
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