Caccia alle streghe

La sindaca di Monfalcone (GO): denunciate i prof di sinistra

photo credits: Heather aka Molly

Da sempre siamo impegnati costantemente nella difesa della libertà di pensiero, di parola, d’insegnamento.

Ricordiamo che la la libertà d’insegnamento quale libertà individuale costituisce un valore costituzionale (art. 33 comma 1 Cost.), che, però, non è illimitata, trovando il proprio più importante limite nella tutela del destinatario dell’insegnamento, cioè dell’alunno (art. 31, art. 32 comma 2 e art. 34 Cost.). I principi costituzionali trovano conferma negli artt. 1 e 2 del T. U. Scuola (D.Lgs. n. 297 del 1994). La legge già definisce i paletti entro cui questa libertà va esplicata.

Qualsiasi altra forma di ingerenza esterna che la possa limitare andrà rispedita al mittente. Siamo sconcertati dall’ennesimo caso che riguarda la scuola proveniente da Monfalcone. Il sindaco del comune avrebbe l’intenzione di ricorrere al Garante per l’Infanzia, per aprire una sorta di sportello riservato d’ascolto destinato ad accogliere le lamentele contro i professori troppo politicizzati e di sinistra in sostanza. per quello che sarebbe emerso sulla stampa. Il podestà non esiste più dal ventennio come dovrebbe essere noto. La scuola ed i docenti rispondono al MIUR e non ad un sindaco.

La libertà di pensiero interessa tutte e tutti noi, a prescindere dal proprio orientamento politico purchè esercitata nel rispetto dei parametri costituzionali. Per essere chiari: non è libertà di pensiero ammessa dalla Costituzione manifestare in classe un pensiero razzista, è libertà di pensiero e d’insegnamento riflettere in classe su delle ordinanze, su delle leggi che incidono sulla vita di tutti i giorni. Si chiama arricchimento formativo e tra l’altro le lezioni di Cittadinanza e Costituzione dovrebbero proprio favorire questi processi.

Se qualsiasi sportello d’ascolto finalizzato a raccogliere lamentele o segnalazioni contro professori “politicizzati” dovesse mai trovare accoglimento, come Cobas scuola del FVG ci riserviamo di valutare lo stato d’agitazione per arrivare se necessario a proclamare anche uno sciopero regionale su questo punto, che interessa tutte e tutti noi.