A inizio d’inverno, il Senato, dopo la Camera, ha approvato la legge di stabilità per il 2016. Come al solito il governo ha fatto ricorso alla fiducia ed il testo è stato accorpato in un unico articolo suddiviso in 556 commi per tagliare la discussione e chiedere il voto di fiducia (necessario per ciascun articolo) una sola volta. Consueta anche l’enfasi declamatoria degli esponenti governativi: “Finalmente calano le tasse”. “Si rafforza e accelera la crescita”.
Complessivamente entrano in gioco una trentina di miliardi di euro, di cui una larga parte in rosso, innalzando il deficit in rapporto al PIL al 2,4%.
Fiore all’occhiello della manovra sono l’abolizione della Tasi, la riduzione dell’Ires e il mancato aumento di Iva e accise, ottenuto con l’abolizione per il 2016 delle clausole di salvaguardia, che devono garantire gli obiettivi di pareggio di bilancio con l’inasprimento di un’imposta o il taglio della spesa pubblica (che comunque è ridotta di 5 miliardi). L’idea sarebbe, quindi, di rinviare tali obiettivi dal 2017. In proposito la Corte dei Conti ha osservato che nel 2017 e nel 2018 “occorrerà individuare consistenti tagli di bilancio o aumenti di entrate”. Dunque siamo di fronte ad un escamotage contabile che non è detto sarà approvato dall’UE.
Risulta arduo districarsi nel mare magnum del testo approvato, ma proveremo ad enucleare i contenuti salienti, in particolare quelli relativi alla scuola.
Fisco
Cancellata la TASI per gli immobili adibiti ad abitazione principale per le categorie catastali non di lusso. Per gli stessi immobili permane l’esenzione IMU che viene estesa ai i terreni agricoli posseduti e condotti da coltivatori diretti. Quindi meno entrate per i comuni, per i quali non è prevista un’erogazione compensativa statale con conseguente aumento delle tariffe dei servizi municipali e/o tagli di tali servizi.
Prorogata per tutto il 2016 la detrazione fiscale per le ristrutturazioni e gli interventi di risparmio energetico
Il limite per la circolazione del contante, dal 2016, si innalzerà a 3.000 euro; rimane a mille euro per la Pubblica Amministrazione. Grande favore a professionisti e lavoratori autonomi che potranno evadere più facilmente.
Mance
Card per le famiglie residenti, anche se straniere, con almeno tre figli minori: servirà ad ottenere sconti da servizi privati e pubblici che aderiranno all’iniziativa. La concorrenza di stato alle carte sconto dei privati.
Card con 500 euro da spendere tra teatri, musei, concerti e cultura per i neo-diciottenni.
Piano nazionale per la lotta alla povertà, supportato da 600 milioni per il 2016 e un miliardo all’anno dal 2017; servirà a finanziare l’ennesima social card e a incrementare i fondi per i disoccupati.
Per il rinnovo dei CCNL dei lavoratori pubblici – scaduti da 7 anni – stanziati i previsti 300 milioni, da suddividere tra i circa 3 milioni di dipendenti (esclusi quelli di Regioni ed enti locali), per un ammontare pro-capite di circa 8 euro lordi mensili. Se consideriamo che per “valorizzare il merito” la L. 107/15 ha stanziato 200 milioni annui e per il bonus di 500 euro ai docenti di ruolo altri 350 milioni, appare evidente che i tradizionali aumenti contrattuali ormai sono stati estinti.
Guerra
300 milioni di euro per difesa e polizie. Evidentemente il governo ritiene insufficienti i 40 miliardi annui che lo Stato italiano spende per mantenere il proprio apparato militare. Mancia di 80 euro netti mensili anche per gli appartenenti alle forze di polizia e alle forze armate.
Imprese
Tra le numerose misure che favoriscono le aziende, segnaliamo quelle più rilevanti.
Introduzione della detrazione Irpef dell’Iva (pari al 50% e rimborsabile nei successivi 10 anni) pagata per acquistare abitazioni di nuova costruzione.
Fissato un nuovo parametro per individuare gli Stati con regimi fiscali privilegiati: una tassazione inferiore al 50% di quello applicabile in Italia. In questo modo sarà più conveniente per le aziende italiane impiantare società controllate nei vari paradisi fiscali e, dal 2016, sarà possibile anche dedurne i costi.
Finanziato per il 2016 l’esonero contributivo per le imprese che assumono stabilmente, previsto dal Jobs Act: 40% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un massimo di 24 mesi e di 3.250 euro annui.
Scuola
School Bonus (L. 107/15): slitta di un anno il credito d’imposta per le erogazioni dei privati alle scuole: 65% nel 2017 e 50% nel 2018.
Finanziamenti agli studenti: 10 milioni per acquistare i libri di testo.
Finanziamenti alle scuole private: altri 25 milioni di euro, per un totale di 500 milioni solo nel 2016 e un milione a quelle all’estero.
La legge di stabilità 2016 conferma il nostro giudizio negativo sul governo e sulla maggioranza che lo sostiene. Non si intravedono spiragli di cambiamento nelle politiche economiche e sociali. 5 miliardi di tagli di spesa pubblica che pagheranno le fasce più deboli della società, mance qui e là per comprare qualche voto (si avvicinano le amministrative in importanti città), spostamento di risorse verso chi già è ricco.
Per la scuola nessuna novità: il danno è stato fatto con la legge 107/15. Solite elargizioni ai diplomifici, qualche mancia agli studenti e cancellazione degli aumenti contrattuali per i lavoratori.
Commenti recenti