L’Associazione dei Fondi Pensione Negoziali ha pubblicato lo scorso dicembre il Rapporto semestrale con una sezione dedicata a “Le performance dei fondi pensione negoziali”.
La stampa ha parlato di un TFR che perde e dei Fondi Pensione che vincono sui rendimenti.
Le performance dei fondi pensione negoziali
La tabella che segue smentisce tutti i titoli dei giornali: l’1,1% del TFR è certamente superiore allo 0,9% dei fondi pensione!
Secondo il Rapporto, “questo risultato è stato influenzato dall’andamento del mercato obbligazionario che nel primo semestre dell’anno … ha registrato una performance negativa dell’1%”. Da almeno 5 anni i fondi sovrani statali stanno avendo rendimenti negativi e influenzano negativamente i Fondi Pensione. Sosteniamo da sempre che i prodotti finanziari non possono costituire risparmio pensionistico, che ha bisogno di certezze e garanzie, cioè l’antitesi del mercato finanziario che ha come caratteristica il rischio e l’aleatorietà dei risultati. Nessuno avrebbe potuto prevedere il rischio dei debiti sovrani e il segno negativo che ne caratterizza il debito. Ma tutti sapevano e sanno che sarebbe potuto accadere.
I rendimenti dei singoli comparti
I 36 fondi pensione negoziali sono articolati in più comparti che gli iscritti devono scegliere: Garantito, Obbligazionario puro, Obbligazionario misto, Bilanciato, Azionario. Ognuno di questi comparti ha caratteristiche diverse: linee di investimento; entità del rischio; costi di gestione; rendimenti; importo della pensione integrativa … se mai ci sarà.
In nessun caso possono essere ammucchiati in una sola categoria anche perché il numero degli iscritti varia moltissimo: da 47.258 a 1.236.294 aderenti. Calcolare una media dei rendimenti tra forme tanto diverse ha poco senso proprio perché un iscritto ai Fondi non potrà mai beneficiare di questi valori. È solo propaganda!
a) Il dato complessivo dello + 0,9 appare sovrastimato. Bisogna ponderarlo rispetto agli iscritti.
b) La tabella evidenzia che quasi un milione e mezzo di lavoratori hanno perso rispetto all’1,1% del TFR e addirittura il comparto “Obbligazionario puro” ha avuto un andamento così negativo da erodere l’entità del capitale.
c) La variabilità dei dati della tabella inoltre dimostra inequivocabilmente che i Fondi Pensione non danno nessuna certezza né la garanzie che la nostra Costituzione pretenderebbe per le pensioni.
I rendimenti dei fondi pensione negli ultimi 10 anni
a) Anche qui il confronto tra “medie” statistiche ha un valore fortemente ingannevole per un giudizio documentato e fondato. La media è ottenuta da comparti che hanno perso a rotta di collo e comparti che hanno avuto esiti positivi. La solita aleatorietà dei risultati ottenuti, caratteristica precipua del mercato finanziario.
b) Di nuovo, il valore dei rendimenti non ha valore scientifico se non ponderato con il numero degli iscritti a ciascun comparto.
c) Infine, i rendimenti vanno inseriti in una catena continua che ne assicuri i valore composto nel tempo. Ci sono anni (ad es. il 2008) in cui 4 sui 5 comparti hanno avuto rendimenti negativi, e tutti i comparti hanno avuto anni con rendimenti negativi. I rendimenti negativi segnalano una erosione del capitale versato e incide anche negli anni successivi.
Come si vede c’è solo una ragione per attrarre iscrizioni e versamenti: utilizzare il risparmio dei lavoratori nelle aleatorie operazioni del mercato finanziario. Ma questo serve ai lavoratori?
* Trovate i materiali pubblicati dal Comitato all’indirizzo http://www.cobas.it/PENSIONATI/INFOCOBAS-PENSIONATI
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