In architettura l’universal design parte dal presupposto di progettare un edificio, o un parco, o un qualsiasi altro luogo, facendo attenzione affinché tutti possano accedervi ed utilizzarlo al meglio. Ad esempio, si prevedono subito ascensori, montacarichi, scivoli o pedane, indipendentemente da chi vi andrà ad abitare, evitando quindi di creare problematiche nell’accesso e nella fruizione degli spazi. In un museo, ad esempio, si inseriscono indicazioni anche da ascoltare o in scrittura Braille, oppure delle riproduzioni di opere da poter toccare liberamente. Tutta una serie di accortezze che dalla progettazione delle architetture e degli spazi, viene applicata anche alla progettazione delle attività di apprendimento: vengono eliminate fin da subito tutte quelle “barriere”, sensoriali o cognitive, che potrebbero in qualche modo creare difficoltà, privilegiando una progettazione universale che abbracci molteplici vie d’accesso, canali sensoriali, stili cognitivi e relazionali.
Autenticamente inclusivo
Il libro, una raccolta di saggi che affronta da molteplici angolazioni la tematica in oggetto, si apre con una presentazione di Dario Ianes, seguita dall’introduzione del curatore Giovanni Savia. Nella prima parte troviamo saggi che evidenziano la forte valenza inclusiva della progettazione universale, vista in particolare nel contesto italiano. Nella seconda parte vi sono saggi che riguardano le linee guida e il loro sviluppo, mentre nella terza parte troviamo articoli di riflessioni e di esperienze svolte in questa direzione. Infine, il libro è corredato da appendici con schede di lavoro per gli insegnanti, sintesi delle linee guida e riferimenti legislativi, bibliografici e sitografia.
Un lavoro completo, interessante e composito, che propone un modo di fare scuola innovativo e all’avanguardia che sembra rispondere alle molteplici richieste della società e dei bisogni formativi sempre più personalizzati e variegati degli studenti e delle studentesse. Una proposta di inclusione vera, che tenga presenti le caratteristiche peculiari di tutti e di ciascuno, sin dall’inizio, nella fase progettuale delle attività e dei percorsi formativi e che metta al centro lo studente e la studentessa nella sua complessità e nei suoi bisogni cognitivi e socio-affettivi. Un approccio olistico, di sistema, che vada ad eliminare ostacoli e disuguaglianze fin dal principio, accettando e riconoscendo tutte le differenze e facendone tesoro e ricchezza.
Il parco di Mau
Penso ad un parco giochi bellissimo, inaugurato a Pisa la scorsa primavera: Il parco di Mau, il parco di tutti. Un parco dove portare i bambini e le bambine a giocare in sicurezza, dove il gioco, veicolo privilegiato d’apprendimento, risulta accessibile in autonomia da tutte e da tutti. Un luogo bello, accogliente, immerso nella natura tra il Viale delle Piagge e la biblioteca SMS, sicuro perché protetto dalla strada ma che presenta occasioni di sfida e di crescita per tutti i bambini e tutte le bambine, con panchine dove genitori, nonni o baby sitter possano sedersi a conversare tranquillamente. Un parco realizzato, grazie anche alla partecipazione della cittadinanza, mediante una sottoscrizione popolare lanciata dai tifosi della Curva Nord del Pisa dedicata alla memoria del giovane Maurizio Alberti.
Questo parco, a mio avviso, potrebbe simboleggiare una progettazione universale per l’apprendimento: realizzata mediante la partecipazione attiva degli studenti e delle studentesse, coprogettata assieme a loro, per rispondere alle loro esigenze, per renderli protagonisti dei loro apprendimenti mediante attività motivanti, sfidanti ma alla portata di tutti e di ciascuno e che si possano svolgere in autonomia, senza necessariamente dipendere da un insegnante. Musica, arte, natura e tecnologia, saperi artigianali che si fondono ai nuclei fondanti delle discipline per creare una proposta ben congeniata che non necessiti per forza di adattamenti ad hoc, ma che tenga conto fin dall’inizio di molteplici approcci. Un banchetto ben imbandito a cui ognuno possa attingere in autonomia in base ai propri bisogni, esigenze e gusti. Una visione grande di scuola che vola alto e accoglie tutti nel suo abbraccio, per una visione grande di società.
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