photo credits: Gerd Altmann
Tutti i governi, dall’avvento dell’autonomia scolastica, hanno tentato di riformare gli Organi Collegiali: questo perché la democrazia interna alle scuole, frutto degli anni delle lotte dei Decreti Delegati, mal si accorda con una gestione verticistica e dirigenziale; la possibilità inoltre di far sedere dentro i Consigli di Istituto dei “membri esterni” non può prevedere che gli interessi privati si scontrino con maggioranze di genitori, studenti e docenti potenzialmente interessati più alla cosa pubblica che agli interessi di turno.
E così nuovamente oggi il governo in carica ci riprova. Lo fa con il Disegno di Legge n. 1349 del 19 giugno 2019, una Delega al Governo presentata dal Presidente del Consiglio Conte, dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Buongiorno, dal Ministro dell’economia Tria e dal nostro Bussetti.
Tre sono le direttrici del provvedimento: revisione degli organi scolastici, revisione degli enti controllati dal MIUR con particolare riferimento a INVALSI e ANVUR e potenziamento dello sport con l’istituzione di una Federazione Nazionale dello sport scolastico.
Partiamo da quest’ultimo aspetto, visto che da quando Bussetti è ministro sembra che l’implementazione dell’Educazione Fisica sia lo scopo principale della scuola: le scuole potranno addirittura “istituire enti appartenenti al terzo settore”, in un’ottica di avvicinamento tra istituzioni pubbliche e meccanismi privatistici (moltissimi servizi pubblici sociali negli anni sono transitati nel sistema delle cooperative e del terzo settore).
Nessuna abolizione dell’INVALSI, come richiesto da anni dal mondo della scuola, ma solo sua ottimizzazione in relazione agli altri enti (ANVUR e INDIRE): “Potranno essere previste forme di raccordo/unificazione/omogeneizzazione”.
È prevista poi l’eliminazione di Organi scolastici territoriali ormai obsoleti e non più convocati dal 2000/01 come i Consigli Regionali per l’istruzione e Consigli scolastici provinciali. Si parla inoltre di riduzione dei membri di alcuni organismi quali CSPI, CUN, Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari ecc.
Ma è chiaro che, pur nascondendosi dietro alla necessità di semplificare e uniformare, il vero obiettivo sono in realtà gli Organi Collegiali a livello di scuola: vogliono riscrivere il Testo Unico sulla scuola per ricondurlo ai poteri propri dei Dirigenti Scolastici; si legge infatti: “In particolare, il testo unico non è in larga parte allineato né con l’introduzione dell’autonomia, a cui è conseguito un nuovo assetto istituzionale, ordinamentale e amministrativo, e con la sua costituzionalizzazione, né con la ripartizione delle competenze tra Stato e regioni a seguito dell’approvazione della riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione”.
E poi in modo ancor più netto: “Si rende in particolare necessaria la revisione degli organi collegiali a livello di istituzione scolastica, anche alla luce delle criticità emerse dal contenzioso registratosi negli ultimi anni, soprattutto nella relazione tra organi collegiali e dirigente scolastico”.
Dunque lo sanno! Sanno che uno dei problemi più grandi vissuto dal personale della scuola negli ultimi 10/15 anni è il conflitto contro lo strapotere dei presidi, contro la loro pretesa di essere i capitani d’azienda delle “loro” scuole, manager che condividono le proprie scelte unicamente con il cerchio magico dei loro collaboratori, imponendo poi le decisioni ai Collegi Docenti e ai Consigli di Istituto. Lo sanno e hanno scelto di stare dalla parte dei presidi padroni.
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