Colpire a fondo

Sentenza del tribunale di Firenze: illegittima l'iscrizione coatta al Fondo Pensione prevista dal CCNL

L’art. 38 del CCNL autoferrotranvieri non può obbligare ad aderire al Fondo Psione Priamo i lavoratori. Così la sentenza n. 212 dello scorso 9 giugno con la quale il Tribunale di Firenze ha ritenuto che il citato art. 38 non imponga alcun obbligo ai lavoratori che non vogliono farsi sottrarre il proprio TFR. Il Giudice ha stabilito infatti che l’iscrizione in automatico per tutti gli autoferrotranvieri è illegittima se il lavoratore chiede di non aderire.

In tribunale si è finiti grazie alla determinazioni di alcuni lavoratori autoferrotranvieri, iscritti ai Cobas, che con il rinnovo contrattuale si sono ritrovati con il TFR decurtato dai finanzieri che gestiscono Priamo, senza averne chiesto l’iscrizione ma, addirittura, avendo fatto esplicita dichiarazione scritta di non voler aderire al fondo pensione di categoria. A fronte di quest’ulteriore sopruso, i lavoratori, assistiti dagli avvocati Letizia Martini e Andrea Conte, si sono rivolti al giudice del lavoro che nella citata sentenza ha ordinato la cancellazione dei ricorrenti dal Fondo Pensione Priamo.

Chi segue il nostro giornale conosce la nostra posizione sulla previdenza complementare. Lo strumento principe di questo raggiro sono i Fondi Pensione di Categoria. Quello per i dipendenti della scuola è il famigerato Espero.

Si tratta di una truffa ai danni dei lavoratori, che toglie soldi sicuri e discretamente redditizi dal TFR dei lavoratori per affidarli ad un’allegra brigata formata da sindacalisti compiacenti, associazioni padronali, finanziarie e banche allo scopo di investirli in borsa e trarne il massimo del profitto… per loro stessi. Proprio così: i soldi dei lavoratori investiti in Fondi Pensioni sono soggetti agli andamenti di borsa per cui i rendimenti possono essere più bassi del TFR o addirittura negativi, come è avvenuto nel 2018 e come si prevede per il 2020. Mentre i profitti dei gestori dei Fondi Pensione non è soggetta agli sbalzi dei titoli di borsa e sono sempre positivi.

Fortunatamente (in piccola parte anche per nostro merito) la maggior parte dei lavoratori non si è fatta abbindolare e i Fondi Pensione di Categoria hanno raccolto numeri striminziti che l’allegra brigata dei gestori, forti della loro influenza sul parlamento, ha tentato di incrementare con varie trappole: una tassazione favorevole, l’adesione con il meccanismo del silenzio/assenso e l’impossibilità di uscire dal Fondo Pensione se non quando si moriva. Anche così, le prede catturate non bastavano a saziare gli appetiti dell’allegra brigata, per cui hanno escogitato le “adesioni contrattuali” obbligatorie previste nei CCNL. Quest’ultima dispotica mossa sortiva qualche effetto, tanto che nel 2018 su quasi 3 milioni di iscritti ai Fondi Pensione di Categoria, un terzo era stato catturato con l’obbligo previsto dal contratto nazionale.

Purtroppo per loro, la sentenza fiorentina apre la strada alla garanzia di un minimo di libertà per tutti i lavoratori che vogliono evitare la tagliola e l’ergastolo dei Fondi Pensione e tenersi il TFR, colpevole di non far guadagnare nulla all’allegra brigata.