Libro e moschetto

Sempre più stretto il legame tra scuola, forze armate e industrie belliche

Alle città d’arte, ai musei e ai siti archeologici, DS e docenti sembrano preferire sempre più numerosi le visite alle basi Usa e Nato – “ospitate” in Italia in barba alla Costituzione – e alle caserme, agli aeroporti e ai porti militari, alle installazioni radar e alle industrie belliche “nazionali”. Eccone un parzialissimo quadro.

Il 21 gennaio 2015, l’ISS “Gemmellaro” di Catania tributava i massimi onori ad una squadra del reparto Operazioni della US Navy (la Marina militare USA), di stanza nell’aeroporto di Sigonella, nell’ambito del progetto educativo-didattico Gymnasium Joint Team US Navy – Gemmellaro, comprensivo di “scambi di esperienze tra docenti, studenti e i militari Usa di Sigonella” e una “giornata di lavoro volontario” a favore dell’istituto etneo per riqualificare gli spazi destinati alle attività fisico-sportive.

Interventi di manutenzione dell’edificio scolastico e delle aree circostanti e qualche lezione di lingua inglese, quanto realizzato dai militari a stelle e strisce a favore dei frequentatori della SMS “Foscolo” di Taormina. “Questo è un primo passo costruttivo per sviluppare nel modo migliore una più ampia sinergia che possa determinare benefici alla nostra scuola e alla comunità locale”, ha spiegato la dirigente Carla Santoro.

Tributi, ringraziamenti, elogi. Mai una parola invece sul ruolo assunto dalla più grande base statunitense nel Mediterraneo o sugli interventi dei suoi reparti nei teatri bellici di mezzo mondo (dalla Libia all’Africa sub sahariana, dal Corno d’Africa al Medio Oriente, dai Balcani al Caucaso). Né tantomeno su quanto avverrà a breve termine a Sigonella: diventare la capitale mondiale dei droni, i velivoli di distruzione di massa interamente automatizzati. Nella stazione siciliana sta per essere completata l’UAS SATCOM Relay Pads and Facility, per supportare le telecomunicazioni via satellite e le operazioni di tutti i droni dell’Aeronautica e della Marina Usa. A lavori ultimati, la base supporterà la trasmissione di tutti i dati necessari ai piani di volo e di attacco dei nuovi sistemi di guerra (Reaper, Predator, Global Hawk). Altro che pace o valori di solidarietà, cooperazione, volontariato.

Ci sono poi le videoconferenze con i militari in missione in Iraq, Afghanistan e Libano; le attività di formazione per gli studenti in campo storico-militare o di informazione sul bullismo e il cyberbullismo presso il centro dell’Aeronautica di Vigna di Valle (Bracciano); i mini-corsi di pilota con gli avieri della scuola dell’Aeronautica di Guidonia (Roma) o dei reparti di Istrana, Pescara e Cameri; le classi di vela per gli studenti “più meritevoli” delle superiori presso l’Accademia navale di Livorno, la Scuola militare “Morosini” di Venezia o a bordo delle unità della Marina nel Tirreno o nel Mediterraneo centrale; gli orientamenti professionali, gli stage e le alternanze scuola-lavoro presso i reparti di guerra nazionali o nei consorzi industriali chiamati alla realizzazione di bombardieri, elicotteri, missili e altri mille sistemi di distruzione e di morte.

 

Propaganda bellica nelle scuole

Settore da tempo attenzionato è quello delle attività motorie a favore degli studenti. Da decenni, in particolare, viene proposto il Concorso esercito-scuola che prevede l’organizzazione di corse campestri all’interno di infrastrutture, basi e poligoni militari. Più recentemente, le forze armate si sono ritagliate uno spazio significativo anche nella promozione dei campionati sportivi studenteschi e dei Giochi della Gioventù, affiancandosi o sostituendosi agli enti locali che un tempo contribuivano finanziariamente a questi eventi.

A Caserta sempre più scuole partecipano alla Flick Flok, la manifestazione di corsa istituita nel 1991 dalla Brigata bersaglieri “Garibaldi” per la preparazione fisico-militare dei propri uomini e successivamente estesa ai civili e agli studenti. “La Flick Flock è una manifestazione che si fonda su tre pilastri: la famiglia, quale base della nostra società e futuro della stessa, lo sport e la solidarietà”, ha spiegato il generale Nicola Terzano, comandante della “Garibaldi”.

Agli iscritti alle scuole dell’infanzia della regione Friuli Venezia Giulia, l’Aeronautica militare offre invece annualmente lo show I bambini sognano le Frecce Tricolori: una giornata di maggio da trascorrere interamente nella base aerea di Rivolto, Udine, sede del 2° Stormo e del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico. “Centinaia di bambini entusiasti sulle tribune e sul prato dell’aeroporto per godere dello spettacolo di un volo di addestramento della Pattuglia Acrobatica Nazionale e salutare i propri beniamini sventolando il tricolore”, riporta l’ufficio stampa del Comando dell’Aeronautica.

Per poter comprendere il ruolo svolto quotidianamente dalle forze armate per la “salvaguardia della legalità, la difesa delle libere Istituzioni e la sicurezza dei cittadini”, oltre 300.000 studenti italiani sono stati impegnati nel progetto Insieme per la Legalità, istituito cinque anni fa dal MIUR in collaborazione con il Ministero della Difesa. Nel settembre 2014, le ministre Stefania Giannini e Roberta Pinotti hanno istituzionalizzato la partnership libro-moschetto sottoscrivendo un Protocollo d’Intesa che ha dato il via una serie di iniziative “didattiche e formative” per gli studenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado”.

 

L’alternanza scuola-forze armate

Anche alla cosiddetta Alternanza scuola-lavoro concorrono con sempre maggiore aggressività le forze armate e le maggiori industrie belliche italiane e internazionali. Nel febbraio 2017, ad esempio, è stata firmata a Catania una convenzione tra la Guardia Costiera e l’IT Aeronautico “Majorana” di Gela, per effettuare tirocini e stage della durata di 36 ore presso il 2º Nucleo Aereo con sede all’aeroporto di Fontanarossa.

Mentre lo scorso aprile, 200 studenti di tre istituti scolatici pugliesi (“Liside”, “Pacinotti” e “Righi”) hanno intrapreso un percorso di alternanza presso l’Arsenale della Marina militare di Taranto, affiancando le maestranze civili e militari nelle varie lavorazioni navali.

Il Comando del Reparto Sistemi Informativi Automatizzati dell’Aeronautica militare (Re.S.I.A.) ha sottoscritto un protocollo con l’IT Tecnologico “Fermi” di Frascati e il Centro Studi Militari Aeronautici (Ce.S.M.A.) per realizzare attività pratico-teoriche per una decina di studenti al fine di “sviluppare dei software gestionali utili alla Forza Armata”. Altri tirocini formativi e di orientamento si sono svolti presso il Servizio telematico e radar del 36° Stormo dell’Aeronautica militare con gli alunni delle quinte classi dell’ITI “Leonardo Da Vinci – Galileo Galilei” di Gioia del Colle (Bari) e presso il 41° Stormo Antisom di Sigonella con gli allievi dell’Istituto Tecnico Commerciale e Aeronautico “Fabio Besta” di Ragusa (attività di controllo dello spazio aereo e della meteorologia, manutenzione dei velivoli in forza ai Gruppi Volo). Ancora il 41° Stormo, con l’11° Reparto manutenzione velivoli dell’Aeronautica di Sigonella, ha partecipato con propri mezzi militari all’11ª edizione dell’Orient@giovani, evento di orientamento universitario e al mondo del lavoro organizzato a metà gennaio dall’IT “Majorana” di Milazzo (ME). Nel corso della giornata dell’Orient@giovani è stato tenuto pure un laboratorio formativo sul tema della cyberscurity, in collaborazione con la transnazionale informatica civile-militare Cisco.

 

Scuole armate o scuole smilitarizzate?

Contro il dilagante processo di militarizzazione delle scuole italiane, Pax Christi-Italia ha lanciato nel 2013 la campagna Scuole smilitarizzate per chiedere alle scuole di rifiutare ogni attività in partenariato con le forze armate, propagandare l’arruolamento o far sperimentare la vita militare, organizzare visite a strutture riferibili ad attività militari ecc.. “Nell’ultimo decennio la relazione scuola-forze armate ha avuto un’accelerazione che può essere letta attraverso due lenti: l’impegno esteso delle FF. AA. italiane in operazioni internazionali, che richiede personale addestrato a disposizione, e la sospensione della leva obbligatoria a partire dal 1° luglio 2005, che ha, di fatto, allontanato i giovani dalla conoscenza diretta – potenzialmente attrattiva – della vita militare. Ciò ha reso ancor più necessario cercare sempre nuove vie per attingere al mondo dei giovani e rifornire di personale la struttura militare. La scuola, pertanto, è stata vista come il luogo ideale per creare consenso intorno alla figura del soldato che porta la pace e della guerra come missione di pace. Anziché opporre un rifiuto in nome di una pedagogia della pace, la scuola ha aperto le porte alle forze armate violando il suo mandato di luogo in cui si educano i giovani a relazioni senza violenza e al rispetto della Costituzione”.

“È così che si è creato il paradosso di una scuola che, da un lato, denuncia giustamente i tagli continui cui è sottoposta, dall’altro collabora con quella struttura militare che ingoia somme faraoniche per i suoi strumenti di morte, sottratte all’istruzione”, aggiunge Lombardi.

Aderendo alla campagna Scuole smilitarizzate, ogni istituto s’impegna formalmente a rafforzare il proprio impegno nell’educazione alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti; sottolineare e valorizzare l’educazione alla pace tra le finalità educative dei PTOF; proporre uno spazio di confronto tra docenti per evidenziare l’incidenza dell’educazione alla pace nella formazione degli studenti; escludere dall’offerta formativa le attività proposte dalle Forze Armate, “essendo in contrasto con gli orientamenti fondamentali educativi e didattici della scuola”; non accogliere progetti in partenariato con strutture militari o aziende coinvolte nella produzione di materiali bellici.

I collegi dei docenti e ogni singolo insegnante sono oggi chiamati a scegliere da che parte stare e per chi operare: a fianco dei signori della guerra e dei mercanti di morte, come chiedono con sempre più forza generali e ministri; ripudiando la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11 della Costituzione), rivendicando in ogni sede le libertà di espressione ed insegnamento (artt. 21 e 33), a difesa della scuola pubblica e dei valori fondamentali di uguaglianza formale e sostanziale e di giustizia sociale.

 

( Estratti della relazione tenuta al convegno Cesp “Le Guerre e i grandi processi migratori: l’impegno della scuola per comprendere il presente” tenuto il 18.5.17 a Catania. Trovate l’intera relazione all’url http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2017/05/