Fin dal nostro apparire, nel 1987, ci siamo dotati di un giornale nazionale, spesso affiancato da giornali locali curati dalle sedi territoriali. Non è questa l’occasione per tracciare il percorso compiuto dal nostro giornale nazionale, ma in estrema sintesi, possiamo dire che in questi 33 anni ha subito svariati cambiamenti connessi ai mutamenti che avvenivano nella nostra organizzazione e nella scuola.
Se due tratti distintivi vogliamo individuare, crediamo siano:
Altri caratteri distintivi, ma sul versante materiale, sono stati il formato e la carta per la stampa, quelli tipici dei quotidiani, che hanno dato al nostro giornale una perenne veste dimessa ma dignitosa, imposta essenzialmente da ragioni economiche. Le innovazioni tecnologiche degli ultimi tempi hanno fortemente abbassato i costi della stampa a colori e dunque abbiamo voluto cambiare il nostro abito perché vogliamo:
Dunque, cambiamo abito.
Cambiamo abito ma non la determinazione nella difesa della scuola pubblica e dei diritti di chi ci lavora e studia.
Cambiamo abito ma non l’attenzione verso oppressi e sfruttati. Cambiamo abito ma non la correttezza nei confronti di chi ci legge. Cambiamo abito ma non la credibilità di quanto scriviamo.
Una volta cambiato l’abito, ci ripromettiamo di dare una maggiore frequenza alle nostre uscite: da quest’anno vorremmo arrivare a 4 numeri con cadenza trimestrale. Non sarà facile perché questo è un giornale fatto, non da professionisti della carta stampata, ma da lavoratori della scuola che dedicano senza alcun ritorno pecuniario parte del loro tempo all’impegno sindacale.
Cogliamo l’occasione per ringraziare pubblicamente Pino Bertelli, direttore responsabile di questa rivista dal 2017, che presta la sua firma a titolo gratuito per consentirci la pubblicazione.
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