Ci eravamo rallegrati l’autunno scorso quando il TAR del Lazio, accogliendo il ricorso dell’UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti) presentato nel 2013, sconfessava l’ennesimo comportamento scorretto dell’allora MIUR. Il contenzioso riguardava la CM n. 96 del 17 dicembre 2012, con la quale il ministero scindeva temporalmente la scelta di avvalersi delle Attività Alternative (AA) all’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC) dalla scelta di quale tipo di AA fruire (uscita anticipata o posticipata, studio individuale, studio con docente su progetto): la prima opzione andava fatta al momento dell’iscrizione (verso gennaio) e la seconda all’inizio dell’anno scolastico, nove mesi dopo. “Tale differimento nel tempo – spiega Adele Orioli, responsabile iniziative legali dell’UAAR – ha come effetto inevitabili ritardi nell’avvio delle attività alternative, essendo la loro organizzazione demandata all’inizio dell’anno scolastico. Non a caso sono frequentissimi e diffusissimi gli inadempimenti all’obbligo di predisporle. Cosa che costituisce una discriminazione tra coloro che si avvalgono dell’IRC e
coloro che non se ne avvalgono. Una discriminazione ora riconosciuta dal TAR che impone al MIUR l’annullamento di quella disposizione (reiterata anche negli anni successivi al 2012) e l’obbligo conformativo per gli anni scolastici a venire”.
Il Tar ha infatti stabilito che “il rinvio della seconda opzione all’incipit dell’anno scolastico contrasta con la possibilità di tempestiva organizzazione ed idonea offerta delle attività alternative, con conseguente inizio ad anno scolastico ormai avviato e con soluzioni formative inadeguate o inesistenti che possono portare all’effettiva frustrazione del principio di non discriminazione per motivi religiosi e del diritto di insegnamento”. La scelta delle AA, secondo i giudici del TAR, “deve avvenire in tempi che garantiscano la tempestiva programmazione e l’avvio dell’attività didattiche secondo quanto richiesto dai principi di ragionevolezza e buon andamento”.
Incassata la sentenza ci si aspettava che il ministero unificasse i due momenti di scelta all’atto delle iscrizioni (cominciate il
4 gennaio per il prossimo anno scolastico), sia per far risparmiare un’ulteriore operazione alle famiglie sia per dare tempo più distesi agli uffici amministrativi di predisporre l’organizzazione necessaria per lo svolgimento delle AA.
Ma il Ministero dell’Istruzione ci ha confermato la sua predilezione per soluzioni scarsamente rispettose dei principi di ragionevolezza e buon andamento. E così sono state sfalsate le due date in questione: le iscrizioni a gennaio e la scelta del tipo di AA a giugno.
Ecco il commento del segretario nazionale dell’UAAR, Roberto Grendene: “Azzolina si è mossa nell’interesse dei vescovi aggravando il lavoro delle scuole già duramente provate, semplificando la vita a chi sceglie l’insegnamento ‘conforme alla dottrina della Chiesa’ e condannando le famiglie che chiedono una scuola laica a una doppia fase di iscrizione e a mesi di inutile attesa. Confidiamo che il ministero torni sui suoi passi e garantisca pienamente i diritti di tutti, anche dei non avvalentesi”. Parole sante, che condividiamo integralmente.
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