photo credits: Edmond Wells
Un considerevole risultato è stato ottenuto dai Cobas Scuola a tutela dei diritti dei docenti: anche dopo il D.Lgs. n. 75/2017 (detto Madia) “i DS non hanno alcuna competenza disciplinare oltre la censura”, sono dunque illegittimi tutti i provvedimenti disciplinari di sospensione dal servizio irrogati dai D.S. fino ad oggi.
La Giudice Michela Francorsi del Tribunale di Terni, con sentenza 294/2020 del 15/7/2020, accogliendo il ricorso del prof. Franco Coppoli – patrocinato dai Cobas Scuola di Terni tramite gli avvocati Gabriella Caponi e Valentina Fratini -, ha annullato la sanzione disciplinare al docente e ha condannato il MIUR in persona del D S pro tempore, prof.ssa Cinzia Fabrizi legale rappresentate, al pagamento, in favore del ricorrente, delle spese di lite pari a 2.300 euro.
La vertenza riguarda il docente sospeso due giorni dal servizio e dallo stipendio dal DS dell’ITT “Allievi-Sangallo” di Terni in quanto, oltre alla firma sul registro di classe, non apponeva ulteriore firma nel foglio presenze ritenendola assolutamente non dovuta e vessatoria.
La sentenza, pur non entrando nel merito, accoglie l’eccezione preliminare e riconosce l’illegittimità della sospensione in quanto riconosce che, anche dopo l’entrata in vigore del citato decreto Madia , i DS non hanno alcuna competenza disciplinare oltre la censura scritta e che quindi i presidi non possono irrogare alcuna sospensione dal servizio e dallo stipendio ai docenti. In particolare la Giudice afferma che “Deve ritenersi fondata l’eccepita nullità della sanzione disciplinare per incompetenza (…) del Dirigente scolastico ad irrogare sospensione.”.
Dopo il contenimento del dispositivo disciplinare del Decreto Brunetta nella scuola, grazie alle vertenze sostenute dai COBAS della scuola e con sentenze come quelle del Tribunale di Terni n. 85 del 23/03/17 (confermata dalla Corte di Appello di Perugia) che hanno sancito un’importante limitazione delle competenze disciplinari dei dirigenti alla sola censura, successivamente, in pieno spirito bipartisan, il governo Gentiloni con Il decreto Madia, aveva cercato di rimettere in mano ai presidi il bastone disciplinare, illegittimamente, dice la sentenza del luglio 2020, violando il Testo Unico e il CCNL.
Un successo a tutto tondo per i docenti della scuola pubblica, per la libertà di insegnamento e per il carattere democratico e orizzontale della scuola, una sentenza che di fatto spunta l’arma della ritorsione e del ricatto disciplinare dei presidi podestà, che dà più forza alle battaglie per una scuola democratica dove convivano e si confrontino diverse pratiche educative e relazionali, contro i tentativi di standardizzare la didattica e di limitare i diritti e la libertà di insegnamento dei docenti, garantiti dalla Costituzione.
Per gestire le nefaste riforme che stanno cercando di trasformare la scuola pubblica da luogo di formazione della cittadinanza e del pensiero critici a centro di obbedienza e addestramento al lavoro precario e alle competenze, le strategie sono state quelle classiche: il bastone e la carota.
Per un verso, intimidire e punire chi, tra i docenti e gli ATA, pratica e rivendica la libertà di insegnamento e i diritti nella scuola pubblica e degli organi collegiali, chi contrasta le derive mercatiste ed il ritorno alla peggiore scuola classista, con l’assunzione del modello aziendale a autoritario al fine di comprimere la collegialità e la democrazia.
Per l’altro verso, premiare l’adesione dello staff dirigenziale al modello verticale e padronale con il “bonus di fedeltà” per i sottomessi alla scuola delle competenze, dei quiz INVALSI, della standardizzazione.
Questa strategia è alle corde, infatti la carota/ bonus premiale di fedeltà è stata cancellata con l’ultima legge finanziaria, il bastone/sanzioni disciplinari ai docenti contrastivi (come li definisce un sindacato dei DS) è stato rotto con le lotte nelle scuole e con le vertenze in tribunale che hanno riconosciuto l’illegittimità della competenza disciplinare del DS oltre la censura. Da Brunetta alla Madia.
Invitiamo tutti/e i e le docenti che hanno subito illegittimi provvedimenti disciplinari di sospensione da parte dei DS a rivolgersi alle sedi Cobas per tutelare i propri diritti e la libertà di insegnamento, la propria dignità e professionalità docente.
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