Il tonfo dei Fondi Pensione Aperti

- Senza lavoro non c'è previdenza -

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Come ogni anno in questo periodo siamo in attesa di conoscere i rendimenti dei Fondi Pensione Negoziali (FPN) contenuti nella relazione annuale della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione. Nel frattempo possiamo dare un’occhiata ai dati forniti dall’agenzia di rating Consoultique spa commissionati da il Sole24Ore ma limitatamente ai soli Fondi Pensione Aperti (quelli promossi da banche, assicurazioni, Società Gestione Risparmi ecc.) non essendo stati esaminati quelli relativi ai Fondi Pensione Negoziali (es. Espero, Cometa ecc.).

 

I rendimenti del 2020

 

CONFRONTO RENDIMENTI DI 129 COMPARTI DI 39 FONDI PENSIONE APERTI E TFR NEL 2020
Numero comparti con rendimenti negativi 43
Numero comparti con rendimenti inferiori a quello del TFR 43
Numero comparti con rendimenti superiori al TFR 43
Il rendimento del TFR considerato è del 2% annuo, cioè quello medio degli ultimi 10 anni.

Fonte: Consoultique spa in IlSole24Ore 20.3.2021

Elaborazione nostra

 

I dati delle performance considerate sono molto allarmanti perché i due terzi dei comparti (86) dei fondi hanno un rendimento peggiore del rendimento certo e garantito del TFR. Rimane solo un terzo dei comparti che ha avuto un rendimento superiore al TFR.

Ma l’andamento assolutamente peggiore l’ha avuto quel terzo di comparti che non solo hanno avuto un rendimento inferiore al TFR, ma addirittura hanno avuto un rendimento sotto lo zero, il che segnala una preoccupante erosione in corso del risparmio già versato.

 

I rendimenti dell’ultimo quinquennio

Per quanto riguardo i dati dell’ultimo quinquennio, solo la metà dei comparti ha un rendimento superiore al TFR. 50 comparti (il 39%) hanno un rendimento inferiore a quello del TFR. Al solito, il dato più grave è costituito dai 14 comparti che hanno un rendimento con segno negativo, con conseguente parziale perdita di quanto versato.

Siamo convinti che le cose stiano come dicono e ripetono lor signori broker, sindacalisti e finanzieri: per valutare compiutamente in fondo pensione sono necessarie analizzarli su tempi lunghi, fino a 30 anni. Ma proprio non si spiega perché allora non vengano riportati i rendimenti degli 15 anni o almeno degli ultimi 10 anni che tutti i fondi hanno compiuto. L’unica ipotesi che possiamo formulare è che anche nei tempi lunghi, o soprattutto con essi, si scoprano le perdite che i fondi stanno cumulando.

Naturalmente il milione e mezzo di iscritti a questi Fondi Pensione Aperti non possono essere indicati come lavoratori ma solo come risparmiatori di “basso profilo finanziario”, come direbbe un broker.

Considerato che i Fondi Pensione Negoziali non sono sostanzialmente diversi rispetto a quelli aperti e da altri prodotti finanziari sottoposti all’andamento dei mercati finanziari, temiamo che anche per i fondi di categoria il 2020 non darà risultati brillanti. Il che rappresenta esattamente il contrario di quello che si promette, al momento della “vendita”. È di tutta evidenza che il mercato finanziario non può garantire tutela e sicurezza del risparmio dei lavoratori destinato alla pensione.

 

Ottimismo interessato

Il Giornale della Confindustria ritiene i dati riportati come positivi. Ma fosse solo ilSole24Ore sarebbe poca cosa, il dramma è costituito dal coro conformista che riprende le valutazioni della Confindustria e le ripete all’infinito tanto da farle apparire verità.

Noi le riteniamo radicalmente fallaci. Se nel risparmio previdenziale anche un solo comparto ha rendimenti negativi, significa che migliaia di risparmiatori stanno perdendo una parte del loro risparmi previdenziali per rincorrere l’illusione di un maggior beneficio.

L’inganno sta soprattutto nell’uso delle medie. I dati sui rendimenti vengono pubblicati utilizzando le medie, sia rispetto ai vari comparti, che ai vari fondi ed ai vari anni. Come se la perdita di parte o tutta la pensione potesse essere compensata dall’alto rendimento ottenuto da un altro fondo o da un altro comparto.