La disparità di trattamento riservata dall’attuale governo ai precari di II e III fascia delle Graduatorie di Istituto è inaccettabile. I docenti di II fascia delle graduatorie d’Istituto, dopo aver acquisito, a loro spese, il titolo abilitativo mediante i percorsi indetti dallo Stato ed aver maturato anni di servizio nella scuola, sono stati ingiustamente esclusi dal piano di assunzione 2015/2016 e sono stati ulteriormente umiliati in quanto sono costretti a sostenere un incongruo e snervante concorso per poter accedere al ruolo. Attualmente iscritti nelle Graduatorie di Istituto sono circa 200.000 i docenti che hanno acquisito il titolo abilitativo attraverso tfa-Tirocinio Formativo Attivo, pas-Percorso Abilitativo Speciale, sfp-Laurea in Scienze della Formazione Primaria (conseguita dopo il 2010/2011) e diploma magistrale (ante 2001-2002).
Il miur selezionerà tra questi 63.700 docenti e ne escluderà 140.000 circa che, dal prossimo anno, saranno definitivamente condannati alla disoccupazione: un concorso-truffa che non rappresenta una possibilità per accedere al mondo del lavoro, ma una scellerata tagliola sul mondo del precariato.
Il concorso, infatti, uscito con tre mesi di ritardo, valuterà negli stessi ambiti docenti che sono già stati valutati in sede di percorso di abilitazione ed esclude dalla partecipazione i docenti di III fascia che aspirano all’abilitazione e che vengono regolarmente impiegati nella scuola. I programmi del concorso sono ambigui e, oltre ad essere il prodotto del pressappochismo di chi li ha elaborati, sembrano volutamente impostati per favorire discrezionalità nella valutazione delle prove. I criteri di valutazione dei titoli di servizio non riconoscono di fatto l’esperienza lavorativa dei candidati, attribuendo un misero punteggio all’anno svolto: vengono assegnati solo 0,7 punti e solo nel caso in cui 180 giorni di servizio siano consecutivi.
Come se non bastasse, l’assurdo comma 131 della legge 107/2015 ha sancito il divieto per i docenti precari di cumulare supplenze su posti vacanti e disponibili per oltre 36 mesi. L’abuso dei contratti a termine nella scuola italiana, a cui è legata la condanna dello Stato da parte della Corte di Giustizia europea, determina la definitiva disoccupazione di una gran parte del precariato storico.
Contrariamente a quanto accade per tutti gli altri settori lavorativi, i titoli di studio, la formazione sul campo e l’esperienza lavorativa vengono penalizzati da un governo che si è letteralmente accanito contro un’intera categoria di lavoratori.
Anche in questo caso, i Cobas si schierano decisamente contro l’espulsione dei due terzi dei precari storici della scuola. Troviamo assolutamente sconcertante sottoporre a questo balletto migliaia di docenti, che hanno già superato un esame che li ha abilitati all’insegnamento, che vantano esperienza anche decennale, docenti che in questi anni hanno garantito lo svolgimento regolare dell’anno scolastico, conseguendo professionalità e acquisendo conoscenze relative ai meccanismi propri del mondo scuola. Il concorso così come è stato pensato, non solo non risolverà il problema del reclutamento, ma continuerà a creare danni e ad alimentare il conflitto tra le categorie di precari.
Si sottolinea con forza, la necessità di rimediare alle palesi discriminazioni prodotte da questo e dai passati governi. è necessario riaprire le Gae e mantenere il sistema del doppio canale fino all’assunzione di tutti i precari della scuola.
Ferma restando la salvaguardia di chi vi è già presente, bisogna quindi inserire nelle Gae tutti i docenti della II fascia delle Graduatorie di Istituto, comunque abilitati, riconoscendo valore concorsuale al loro titolo abilitativo, analogamente a quanto fu fatto con le SSIS nel 2000/2001 (legge n. 306/2000). Per i precari di III fascia si chiede l’indizione, a luglio, di un nuovo PAS, per i docenti con 360 giorni di servizio e di un di nuovo ciclo di TFA, per tutti gli altri. entrambi i percorsi dovranno avere valore concorsuale e dare quindi titolo all’inserimento nelle Gae.
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