photo credits: Sérgio Rola
Quesito trivelle zero
Per bloccare nuove attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi
Il quesito sulle trivelle vuole cancellare i riferimenti a certe zone dell’Italia che limitano le attività petrolifere esclusivamente in quei luoghi, in modo da render applicabile il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi a tutta Italia, per i nuovi interventi in terraferma e in mare al di fuori delle 12 miglia.
Dopo il referendum del 17 aprile contro le concessioni già esistenti in mare nelle prime 12 miglia, un quesito sui progetti nella restante parte del territorio italiano. Non riguarda le concessioni già assegnate dallo Stato, perché colpirle lo avrebbe reso inammissibile.
Votare “Sì” significa voler bloccare tutti i nuovi progetti di perforazione e estrazione, ridurre devastazioni e problemi di salute connessi ai progetti petroliferi e rispondere alle analisi di scienziati di tutto il mondo: estrazione e combustione degli idrocarburi causano sconvolgimenti climatici, con grave rischio per la vivibilità della Terra. Le attuali richieste dei petrolieri per nuove concessioni in terraferma e in mare sono oltre 100, su vastissime aree del Paese. Fermiamole!
Quesito Inceneritori
Per bloccare il piano per nuovi e vecchi inceneritori
Il quesito sugli inceneritori vuole cancellare:
– la loro classificazione come infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale;
– il potere del governo di decidere localizzazione e capacità specifica di 15 nuovi impianti e quello di commissariare le Regioni inottemperanti;
– l’obbligatorietà di potenziamento al massimo carico termico e di riclassificazione a recupero energetico degli inceneritori esistenti;
– la possibilità di produrre rifiuti in una Regione e incenerirli in un’altra;
– il dimezzamento dei termini di espropriazione per pubblica utilità e la riduzione dei tempi per la Valutazione di Impatto Ambientale.
Votare SÌ significa schierarsi per la tutela di salute e ambiente; restituire ai cittadini il diritto di decidere sul territorio e alle Regioni il potere di programmazione e gestione in merito ai rifiuti; puntare sul riciclo e sull’Economia Circolare.
Petizione popolare acqua
Per legiferare in materia di diritto all’acqua e di gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato
Il governo Renzi vuole privatizzare servizio idrico e servizi pubblici locali, contro il risultato del referendum del 2011.
Il Parlamento sta eliminando ripubblicizzazione e gestione partecipativa del servizio idrico dalla nostra legge d’iniziativa popolare sulla gestione pubblica dell’acqua.
Il decreto attuativo della legge Madia sulla riorganizzazione della PA riduce la gestione pubblica dei servizi ai casi di stretta necessità e la vieta per quelli a rete; rafforza i soggetti privati; promuove la concorrenza; reintroduce l’adeguatezza della remunerazione del capitale investito nel calcolo delle tariffe. Firmare significa schierarsi per il riconoscimento del principio per cui l’acqua è un bene comune, il ritiro dei decreti attuativi su aziende partecipate e servizi pubblici locali, l’approvazione del testo originario della nostra LIP nel nostro testo originario, il diritto all’acqua in Costituzione.
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